Io parlo italiano :: Le congiunzioni
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Furono quelli gli anni più felici della mia vita: 1940, 1941, 1942, 1943. È vero che c'era la guerra, ma io della guerra non sapevo nulla, non avevo che quella figlia, non me ne importava nulla. S'ammazzassero pure quanto volevano, con gli aeroplani, con i carri armati, con le bombe, a me mi bastava il negozio, e l'appartamento per essere felice, come infatti ero. sapevo poco della guerra, perché sappia fare i conti e magari mettere la firma su una cartolina illustrata, a dire la verità non so leggere bene e i giornali li leggevo soltanto per i delitti della cronaca nera, me li facevo leggere da Rosetta. Tedeschi, inglesi, americani, russi, per me come dice il proverbio, ammazza ammazza, è tutta una razza. Ai militari che venivano a bottega e dicevano: vinceremo là, andremo qua, diventeremo, faremo, io gli rispondevo: per me tutto va bene il negozio va bene. E il negozio andava bene sul serio, benché ci fosse quell'inconveniente delle tessere e Rosetta e io stessimo tutto il giorno con le forbici in mano fossimo state sarte e non negozianti. Andava bene il negozio perché io ero brava e sul peso riuscivo sempre a guadagnarci un poco e poi anche perché, c'era il tesseramento, facevamo tutte e due un po' di borsa nera. Rosetta e io ogni tanto chiudevamo il negozio e andavamo al mio paese, oppure in qualche altra località più vicina. Ci andavamo con due grandi valigie di fibra, vuote; e le riportavamo indietro piene di tutto un po': farina, prosciutti, uova, patate. Con la polizia annonaria mi ero messa d'accordo, perché avevano fame anche loro e così era più quello che vendevo sotto banco che quello che vendevo a viso aperto. Uno della polizia, però, un giorno si mise in testa di ricattarmi. Venne e disse che se io non facevo all'amore con lui, mi avrebbe denunciato: io gli dissi, calma calma: «Va bene… passa più tardi a casa mia.» Lui si fece rosso, gli fosse venuto un colpo, e se ne andò senza dir nulla. All'ora fissata lui venne, lo feci passare in cucina, aprii un cassetto, presi il coltello e glielo puntai d'improvviso al collo dicendo: «Tu denunciami, ma io prima ti scanno.» Lui si spaventò e disse in fretta che ero matta e lui aveva fatto per scherzo. Aggiunse: «Ma tu non sei fatta come le altre donne? Non ti piacciono gli uomini?»
Alberto Moravia. La Ciociara