Io parlo italiano :: Il passato remoto dei verbi irregolari
Completa il testo con i verbi al passato remoto
Agilulfo
(fare) qualche passo per mischiarsi a uno di questi capannelli, poi senz’alcun motivo
(passare) a un altro, ma non
(farsi) largo e nessuno
(badare) a lui. Restò un po’ indeciso dietro le spalle di questo o di quello, senza partecipare ai loro dialoghi, poi
(mettersi) in disparte. Era l’imbrunire; sul cimiero le piume iridate ore parevano tutte d’un unico indistinto colore; ma l’armatura bianca spiccava isolata lì sul prato. Agilulfo, come se tutt’a un tratto si sentisse nudo,
(avere) il gesto d’incrociare le braccia e stringersi le spalle.
Poi
(riscuotersi) e, di gran passo,
(dirigersi) verso gli stallaggi. Giunto là, trovò che il governo dei cavalli non veniva compiuto secondo le regole,
(sgridare) gli stallieri,
(infliggere) punizioni ai mozzi, ispezionò tutti i turni di corvé,
(redistribuire) le mansioni spiegando minuziosamente a ciascuno come andavano eseguite e facendosi ripetere quel che aveva detto per vedere se avevano capito bene. E siccome ogni momento venivano a galla le negligenze nel servizio dei colleghi ufficiali paladini, li chiamava a uno a uno, sottraendoli alle dolci conversazioni oziose della sera, e contestava con discrezione ma con ferma esattezza le loro mancanze, e li obbligava uno ad andare di picchetto, uno di scolta, l’altro giù di pattuglia, e così via. Aveva sempre ragione, e i paladini non potevano sottrarsi, ma non nascondevano il loro malcontento. Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez era certo un modello di soldato; ma a tutti loro era antipatico.
Italo Calvino. Il cavaliere inesistente